Voc. Vecchio di Miralduolo
Nella stessa area in cui è ubicata la Fattoria Spinola, in una zona pianeggiante destinata alle coltivazioni agricole, per lo più a vigneto, lungo la via che ricalca probabilmente il tracciato della via Amerina, gli scavi della Soprintendenza Archeologica dell'Umbria hanno messo in luce alcune tombe romane e resti di un insediamento rustico.
La prima tomba ad essere stata scoperta, negli anni Settanta durante l'esecuzione di lavori agricoli, è a camera con pianta rettangolare; è costruita in opera cementizia con copertura a volta a botte, in parte danneggiata dall'aratro al momento della scoperta, ed è inquadrabile al I sec. d.C.
Da una delle altre due deposizioni, databili alla fine del I sec. d.C., proviene un ricco corredo funerario che ne dichiara l'appartenenza a una donna.
In un'area poco distante dalle sepolture, inoltre, sono state rinvenute nel 2002 strutture riconducibili a un insediamento rustico caratterizzato da tre fasi distinte, databili alla fine II secolo – inizi I secolo a.C. fino alla prima età imperiale: la più recente è rappresentata da alcune tombe, riferibili alle tre ubicate nelle vicinanze, mentre le altre fasi sono collegabili all'attività produttiva dell'impianto.
L'insediamento è composto da cinque ambienti, di cui si conservano alcuni brani di pavimento in coccio pesto e una vasta zona di bruciato, ricca di materiali ceramici, vetro e scorie di ferro, riferibile a una lavorazione connessa all'utilizzo del fuoco, probabilmente una fornace all'aperto.
La grande quantità di frammenti di anfore e un orcio frammentario infitto nel terreno fanno pensare a un impianto produttivo in qualche maniera collegato alla produzione del vino.